Bisfenolo A (BPA) nei biberon e non solo

[banner network=”altervista” size=”300X250″] Il BPA  è un composto chimico in commercio da più di 50 anni, usato nella produzione del policarbonato, una plastica rigida trasparente con cui si fabbricano recipienti per uso alimentare come bottiglie, biberon, piatti, tazze, caraffe, stoviglie adatte al microonde, pellicole e recipienti vari. Il bisfenolo A viene utilizzato anche per produrre il materiale plastico che riveste internamente lattine, scatole metalliche (es. scatole per il tonno o la passata), serbatoi per acqua, etc. E’, inoltre, usato per un gran numero di prodotti per bambini, dispositivi medici ed odontoiatrici ed altre applicazioni non alimentari, ed è anche stato usato come fungicida ed anticrittogamico. [banner]Il BPA viene rilasciato negli alimenti specialmente a temperature superiori a 50°C. Studi sperimentali hanno dimostrato che il bisfenolo A mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale, alterando l’attività dell’apparato endocrino, con effetti negativi anche dosi minime. Risulta particolarmente pericoloso per i maschietti e per questo motivo è stato proibito l’uso nella produzione di biberon dal 2011. Il BPA sembra, infatti, essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel feto e nel calo di fertilità nell’uomo adulto con rischio di effetti a lungo termine sullo sviluppo endocrino, neurocomportamentale e riproduttivo in seguito ad esposizione in utero e/o durante l’infanzia. L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti, ha stabilito che non esistono pericoli per gli adulti anche se permanendo incertezze il suo uso è stato messo di nuovo in discussione.
Dal 2011 è stata proibita la produzione di biberon per l’infanzia in policarbonato, a causa di studi che ne hanno fatto emergere la pericolosità. La sua tossicità è dovuta al fatto che può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati nei materiali che lo contengono.
Ed allora, come proteggere i nostri bimbi dal contatto con questa sostanza onnipresente? In attesa che si faccia chiarezza meglio non rischiare e proteggere da una eccessiva esposizione i nostri figli scegliendo contenitori che non contengono bisfenolo A, evitando cibi conservati in lattine bottiglie di plastica e limitando l’uso delle fonti conosciute. Per essere sicure che la plastica che utilizziamo non contenga Bisfenolo A vi consiglio di controllare la marcatura di bottiglie e contenitori in plastica. I contenitori in plastica per alimenti sono marchiati, solitamente sul fondo, con un Codice Internazionale di Riciclo che indica il tipo di plastica e la modalità di riciclaggio. In generale le plastiche marchiate col codice 1, 2, 4, 5, 6 non dovrebbero contenere BPA, mentre alcune plastiche marchiate col codice 3 o 7 potrebbero essere fatte con BPA. Il tipo 3 (PVC) può contenere il bisfenolo A come antiossidante nei plastificanti.
Il tipo 1 (PET), 2 (HDPE), 4 (LDPE), 5 (polipropilene), e 6 (polistirene) non subiscono il processo di polimerizzazione tramite l’uso di bisfenolo A per la produzione di imballaggi.

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